Secondo quanto scoperto dagli investigatori, attraverso numerose testimonianze e l’esame dei documenti, a partire dal 2012 i fondi delle due società erano stati utilizzati per fini personali dagli indagati, ovvero per l’acquisto di beni e “servizi” non legati all’attività delle due strutture, che si occupavano di gestire il parco naturalistico e archeologico di Vulci.
Nella lista della spesa olio extravergine d’oliva, funerali, soggiorni in alberghi, pranzi e cene. L’uso più curioso di tali fondi sarebbe l’acquisto di bibite e caffè ai distributori automatici di cui le strutture disponevano.
A conclusione della prima fase dell’accertamento, il Gip del Tribunale Ordinario di Civitavecchia ha disposto il sequestro preventivo di beni patrimoniali, conti correnti e polizze assicurative per un totale complessivo di oltre 182.000 euro.