Supera il 90% il caffè proveniente da fonti sostenibili che compone le gamme permanenti di Nespresso. L’azienda ha raggiunto l’importante traguardo grazie a The Positive Cup, la strategia di sostenibilità 2014-2020 che ha fissato una serie di obiettivi ambiziosi relativi all’approvvigionamento di caffè, all’impegno per il clima e a quello per la gestione responsabile dell’alluminio, di cui Nespresso ha pubblicato i risultati.
Dall’approvvigionamento di caffè sostenibile e certificato, alla riduzione del carbonio, fino al riciclo delle capsule: sono diversi i pilastri su cui vertono le azioni messe in campo da Nespresso per garantire a The Positive Cup risultati di successo.
All’impegno per l’approvvigionamento di caffè sostenibile, incrementato del 9% rispetto all’84% del 2014, si aggiunge quello per la costruzione di comunità agricole più forti e resilienti. Nespresso, infatti, lavora per promuovere progetti innovativi che contribuiscono a proteggere il benessere dei coltivatori di caffè.
Dal 2011, con “Da Chicco a Chicco” Nespresso si impegna con un sistema proprietario di recupero e riciclo delle capsule esauste che, avviato grazie a una convenzione con CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori), consente di destinare a seconda vita le capsule in alluminio. Una volta raccolte, queste vengono trattate e i due materiali che le compongono – l’alluminio e il caffè esausto – vengono avviati a due differenti processi di recupero. L’alluminio viene destinato alle fonderie per trasformarlo in nuovi oggetti come penne, biciclette, coltellini. Il caffè esausto, invece, viene lavorato come compost e utilizzato in una risaia italiana per coltivare riso, riacquistato poi da Nespresso e donato a Banco Alimentare della Lombardia – a cui finora sono stati donati oltre 3.400.000 piatti di riso – e a Banco Alimentare del Lazio, a cui solo nel 2020 sono stati offerti oltre 220.000 piatti di riso.
“Da sempre lavoriamo per creare valore condiviso lungo tutta la nostra catena del valore, dai paesi di origine del caffè con i coltivatori e le coltivatrici con cui lavoriamo, fino alla società e al territorio di cui ci sentiamo parte qui in Italia. Per questo, anche in Italia abbiamo sviluppato progetti e iniziative che ci consentono non solo di tutelare l’ambiente, ma anche di sostenere il territorio nel quale operiamo.”