Ciò accade perché l’edificio scolastico è abbastanza isolato rispetto alle attività commerciali e ciò non darebbe ai docenti il tempo di uscire da scuola per una pausa caffè o per consumare un veloce pasto, ancor meno di tornare a casa per il pranzo prima del rientro pomeridiano. Qualcuno ha risolto portandosi un thermos da casa, ma per la maggior parte degli insegnanti il problema persiste e non trova nella dirigente alcun tipo di collaborazione. Sembra che si sia limitata a suggerire di fare una colletta ed acquistare una macchina per il caffè con relative cialde e gestirne il servizio autonomamente.
All’apparenza, a giustificare l’ostinazione contro i distributori automatici della preside, non vi sarebbero concreti motivi; secondo qualcuno, invece, il dirigente avrebbe timore di indire una gara per l’assegnazione del servizio ristoro per non dover affrontare eventuali ricorsi da parte dei concorrenti, come sarebbe accaduto ad una sua collega.
Perseverando nel divieto, si impedisce all’amministrazione scolastica di godere dei benefici del canone versato dal gestore e si tengono il corpo insegnante e il personale ATA in uno stato di disagio e malcontento.