Uno studio svolto dall’Università delQuebec in Canada ribalta l’opinione comune secondo la quale quello a capsula sia il più impattante sull’ambiente tra i metodi di preparazione del caffè. Anzi, secondo la ricerca che ha analizzato 4 differenti preparazioni, l’erogazione attraverso macchina+capsula si pone al terzo posto della classifica, peggiore solo rispetto al caffè istantaneo. Precedono la capsula, il caffè filtro tradizionale al primo posto e il caffè filtro incapsulato al secondo.
Questo perché i ricercatori hanno tenuto conto di tutti i passaggi: dalla coltivazione alla raccolta e al trasporto del caffè, alla tostatura e macinazione dei chicchi, fino al riscaldamento dell’acqua necessaria per preparare la bevanda.
Comune a tutti i metodi di preparazione è la prima fase, quella relativa alla coltivazione, raccolta e trasporto del caffè, considerata anche la fase più impattante, quella che consuma più risorse ed emette più gas serra.
La seconda parte dell’analisi calcola l’impatto generato dalle quantità di caffè ed acqua utilizzati per ogni preparazione, rivelando che per preparare un caffè filtro si tende a d utilizzare più grammi di polvere e più acqua del necessario, il che comporta anche un maggior consumo di gas per riscaldarla.
Invece, la tecnologia che sta alla base del sistema capsula tara perfettamente i grammi di caffè necessari (mediamente dai 5 ai 7 per un espresso e circa 14 per un americano) e riscalda solo l’acqua corrispondente ai cc della bevanda.
Meno consumo di caffè e acqua e zero consumi di gas a fronte di un consumo minimo di energia elettrica.
Resta il problema dello smaltimento della capsula, che sia di plastica o di alluminio. I ricercatori del Quebec sostengono che i consumatori dovrebbero informarsi o essere informati sulle opzioni di riciclaggio delle capsule nella città in cui vivono per evitare che vengano inviate a una discarica anziché a un impianto di riciclaggio. Meglio ancora, dovrebbero passare alle capsule riutilizzabili.