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Si complica la vicenda di Acqua Santa Croce

09-02-2017 – Negli ultimi giorni la già delicata situazione in cui versa lo stabilimento di Acqua Santa Croce di Canistro si è ulteriormente complicata, sia a causa di tensioni generate da eventi esterni, sia per il crescente malumore dei dipendenti in cassa integrazione, i quali reclamano con giusto diritto una soluzione alla situazione precaria in cui si trovano.
Il primo ad evidenziare nuove problematiche è stato il patron di Acqua Santa Croce, Camillo Colella, il quale ha denunciato il verificarsi di continui furti di rame e di danneggiamenti alla struttura dello stabilimento, oltre che la presenza fissa davanti ai cancelli di un gruppo di persone che, di fatto, impedisce lo svolgimento dell’attività. L’imprenditore si è dichiarato preoccupato di fronte al verificarsi di questi eventi che, a suo avviso, suonano come una minaccia.
Considerando la situazione alla stessa stregua di una violazione del diritto di proprietà, Colella sostiene che, anche a seguito delle denunce inoltrate, le autorità di riferimento sono a conoscenza dello stato dei fatti ma non intervengono concretamente.
Intanto, l’imprenditore si è visto costretto a spostare tutte le attività in altro stabilimento in Molise, in attesa che le acque si calmino e che la Regione assegni la concessione della sorgente sulla base dell’esito della gara espletata alcune settimane fa.
Contemporaneamente, gli ex dipendenti in cassa integrazione si sono rivolti alle istituzioni attraverso una lettera in cui denunciano la loro difficile situazione di disoccupati in un territorio già segnato da carenze occupazionali. Una situazione ulteriormente aggravata dal mancato ricevimento degli ultimi stipendi con tutte le conseguenze che ricadono sulla gestione delle spese familiari, anche quelle più elementari come pagare un canone d’affitto o le bollette.
Nella lettera inviata alle istituzioni si legge: “Per riprendere a credere nelle istituzioni e soprattutto a credere in noi stessi, abbiamo bisogno di voltare pagina, di veder riconosciuti i nostri diritti e di salvaguardare le nostre aspettative”.

Santa Croce
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