13-01-2016 – Il sistematico e ormai quotidiano ripetersi di furti e vandalismi a danno dei distributori automatici (e quindi dei gestori) collocati nelle scuole ha spinto l’assessore all’istruzione del Comune di Prato a proporre l’eliminazione di tutte le macchine presenti negli istituti scolastici di pertinenza in quanto “incentivano al furto”.
È chiaro che la drastica decisione deriva dall’esasperazione e dall’impossibilità di arginare un fenomeno che non dà tregua. L’introduzione di malviventi nella scuola rompe degli equilibri e incrina delle certezze in chi la scuola la vive ogni giorno; se a questo si aggiungono i danni materiali alle strutture e il furto “en passant” anche di materiale didattico, ecco che chi deve amministrare si sente spinto a rimedi estremi. Eliminata la causa, eliminato il problema.
Contemporaneamente, alcune Regioni – vedi il caso Liguria – sollecitate da mozioni presentate da consiglieri molto attenti alla questione della salute pubblica (molto attivi in questo senso i rappresentanti del Movimento 5 Stelle) spingono affinché vengano eliminati i distributori automatici dalle scuole e da luoghi pubblici come ospedali e uffici. O quanto meno che i prodotti da essi proposti, tutti considerati nocivi, vengano sostituiti da “alimenti nobili” contro l’attuale offerta di “alimenti pessimi” prodotti dalle multinazionali. Tutto questo in nome di una battaglia per la sana alimentazione, per la quale a pagarne le spese sono solo i gestori di vending machine.
Scopriamo, inoltre, che su Change.org è stata lanciata una petizione per “eliminare le macchinette distributrici di merendine e bevande zuccherate dalle scuole”.
Se la Francia lo ha fatto già nel 2005, perché l’Italia non dovrebbe?
Se per tutti i luoghi pubblici d’Italia, in particolare per tutti quelli in cui l’utenza è costituita da bambini/adolescenti, si ragionasse in questo modo, si andrebbero a sottrarre ai gestori migliaia di battute arrecando notevole danno soprattutto alle compagnie medio-piccole, spesso presenti nei plessi scolastici meno affollati, per molte delle quali la somma delle battute di tante piccole locazioni fa il totale.
CONFIDA è intervenuta concretamente sull’argomento prendendo posizione rispetto alla decisione della Liguria chiedendo un’audizione con il presidente della Regione Giovanni Toti e gli Assessori Ilaria Cavo e Sonia Viale per rappresentare l’assoluta contrarietà sui termini della mozione e la profonda preoccupazione delle imprese che operano sul territorio ligure.