L’incontro al tavolo del MISE tra la Regione Veneto, rappresentata dall’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan e il titolare dell’Unità di Crisi Aziendale Mattia Losego per discutere del piano di rilancio di Acque Minerali d’Italia, attraverso un concordato, si è tenuto la scorsa settimana, invece che a marzo, a causa dell’epidemia COVID-19 in corso.
A chiedere l’apertura del tavolo era stata la Regione Veneto, preoccupata per le sorti dei lavoratori del Gruppo, dopo che la proprietà aveva confermato la volontà di non cedere, ma di rilanciare le attività, pur dovendo necessariamente procedere ad una riorganizzazione dei siti produttivi. Trattandosi di 8 stabilimenti situati in diverse aree del territorio nazionale, oltre alle organizzazioni sindacali nazionali e ai vertici aziendali, hanno partecipato alla discussione le Regioni Veneto, Umbria, Emilia Romagna e Lombardia.
La Regione Veneto ha chiesto all’azienda di essere aggiornata rispetto ai passi che intende compiere, confermando il proprio supporto ad ogni iniziativa utile al rilancio industriale e alla tutela occupazionale del sito produttivo e dei lavoratori di Acqua Norda di Valli del Pasubio. Il tutto dovrà in stretto raccordo con il Ministero per lo Sviluppo Economico, oltre che con le organizzazioni sindacali regionali e territoriali e l’amministrazione comunale di Valli del Pasubio.
Si tratta indubbiamente di una situazione che dal punto di vista dell’occupazione desta grande preoccupazione, soprattutto in questo momento storico delicato che, nella fase della ripresa delle attività dopo il lockdown, trova molte aziende in difficoltà rispetto alla capacità di mantenere i livelli occupazionali.