07-09-2016 – Il Governo inglese detta vincoli in merito alla questione zuccheri, obbligando l’industria alimentare a ridurli del 20%.
Nell’ottica di frenare l’aumento del numero degli obesi, soprattutto nell’età dell’infanzia, il Regno Unito ha attuato negli ultimi anni molteplici politiche di sensibilizzazione fino ad arrivare a prevedere una tassa sulle bibite contenenti una quantità di zucchero superiore al 6 grammi per 100 millilitri, che andrebbe a penalizzare produttori e importatori di soft drink.
Ritenendo queste iniziative insufficienti ad arginare il problema, il Governo inglese ha annunciato di voler ridurre di un quinto gli zuccheri aggiunti in nove tipi di alimenti di largo consumo, facenti parte delle abitudini alimentari quotidiane soprattutto dei bambini, quali cereali, confezionati da colazione, yogurt, biscotti, torte, caramelle, dolci, gelati e creme spalmabili (anche salate).
Entrambe le azioni rientrano nel più ampio piano “Childood obesity: a plan for action” che ha l’obiettivo di tagliare del 20% gli zuccheri dagli alimenti, al ritmo del 5% ogni anno per quattro anni, in modo da raggiungere l’obiettivo entro il 2020.
Per rendere il provvedimento più incisivo il governo inglese ha pianificato controlli semestrali nelle aziende per monitorare lo stato d’avanzamento dell’attuazione delle “norme”. Se entro il 2020 il ritmo risulterà essere ancora lento, il governo intende attivare “altre leve per raggiungere gli stessi obiettivi.” La speranza è di incentivare la popolazione sin dall’età scolare a seguire un piano alimentare sano e corretto, possibilmente accompagnato da una giusta dose di attività fisica.
