L’obiettivo è quello di allineare l’Università ligure ad un ambito internazionale, equiparando le proprie scelte ai più recenti orientamenti europei, sia dal punto di vista legislativo che da quello, più concreto, che delle buone pratiche da attuare nel quotidiano, seguendo i principi di un’economia volta al risparmio energetico.
L’Ateneo genovese è il primo in Italia ad aver effettuato un’analisi del proprio Carbon Footprint realizzando che, mettendo insieme i consumi energetici legati all’uso di combustibili (ad esempio per i riscaldamenti) e quelli prodotti dagli spostamenti di studenti e docenti, il consumo dell’Università è di 26.000 tonnellate di Co2. Un quantitativo giudicato troppo “pesante” e che l’Ateneo si impegna a diminuire.
Sul fronte della cosiddetta Plastic Free Challenge, Adriana Del Borghi, delegata alla sostenibilità ambientale dell’Università di Genova, ha dichiarato:
“Il primo intervento sarà sui distributori automatici e nel bando ci sarà la richiesta di eliminazione della plastica monouso, sia per l’acqua che per i succhi di frutta e le merendine. Stiamo, quindi, valutando di fornire alle nuove matricole delle borracce con il brand dell’Università, a questo si aggiungeranno controlli specifici, con Amga, per la qualità dell’acqua. Ogni borraccia, poi, attraverso un contatore, permetterà di capire il risparmio di plastica”.
Nel mirino anche i distributori automatici di caffè che dovranno essere “senza erogazione del bicchiere” in modo che ogni studente ed ogni docente utilizzino la propria tazza in porcellana, portandosela ovviamente da casa.